In questi giorni è stato pubblicato da Toletta Edizioni il libro “Dal caranto della Laguna. Voci per Venezia“: un libro corale in cui ci siamo interrogati sul futuro della nostra Città.

Erano le giornate del confinamento quando il curatore Giovanni Benzoni mi ha chiesto di partecipare con delle riflessioni sulle “condizioni minime” che immaginavo per una “rinascita” della Città.

Nel mio testo parto dalle misure messe in essere nella seconda metà dell’Ottocento per reagire alla crisi profonda che Venezia stava attraversando (creazione di università e istituzioni culturali, capacità di attrarre capitali per nuove industrie e coraggio nel ridisegnare intere parti della Città) per confrontarle con quelle insufficienti, se non addirittura inesistenti, avviate in questi ultimi anni parimente difficili.

Proprio concludendo l’intervento, che poi ha il curatore ha deciso intitolare “La domanda non è più eludibile“, scrivevo:

«Oggi non mancano le idee, ma non c’è chi riesca a portare avanti un discorso articolato, a confrontarsi con le contraddizioni e le ambiguità che un processo di sviluppo porta con sé. Questo è il compito di una classe dirigente. Dov’è? Ovviamente questa domanda è da porre in primis a noi tutti»

Rileggendone le bozze non ho potuto che trarne le conseguenze decidendo di candidarmi in Consiglio comunale per cercare di dare il mio contributo.

Sono convinto che a fronte di un impegno corale si possano rigenerare Venezia e Mestre: collegando fra loro i numerosi saperi e le tante intelligenze del nostro territorio è possibile costruire una mappa del cambiamento per avviarne una vera ripartenza.