La terza lettera dell’alfabeto del cambiamento è R di Residenzialità: la soglia dei 50.000 abitanti si avvicina drammaticamente nella Città storica.
La perdita di residenti è un dato costante, un trend che si sta diffondendo anche a Mestre così come l’innalzamento dell’età media degli stessi.
Non mancano gli appartamenti disponibili, ma in molti (troppi) casi sono stati risucchiati dal mercato turistico. Mancano invece le opportunità di lavoro non strettamente connesse al turismo e molti servizi per i residenti sono ampiamente insufficienti.
Serve un piano per ripopolare la Città che arresti l’esodo e attragga nuovi abitanti. Servono interventi a livello nazionale (legge 431/1998) regionale (legge 11/2013) che il Comune può chiedere con forza, ma si possono fare dei primi interventi anche a livello di amministrazione locale:
- Mettere a disposizione il patrimonio abitativo pubblico inutilizzato e migliorare la gestione di quello in essere, anche sfruttando le opportunità offerte dall’ecobonus che interessano le pubbliche amministrazioni.
- Avviare progetti di social housing che rigenerino edifici/zone dismesse facendo tesoro degli errori commessi, un esempio per tutti in negativo quanto accaduto nell’area ex Scalera alla Giudecca.
- Regolamentare efficacemente il mercato delle affittanze turistiche con l’introduzione di un sistema di licenze comunali, anche per arginare fenomeni distorsivi come la gestione di decine di appartamenti da parte di pochi host facendo inoltre emergere le situazioni di illegalità e lavoro sommerso.
- Incentivare l’utilizzo di portali “etici” relativi affittanze turistiche che già esistono o prendere in considerazione l’ipotesi di crearne uno dedicato a Venezia in modo che gli host rispondano a requisiti specifici (durata temporale degli affitti, servizi offerti, ecc.).
- Attivare incentivi fiscali locali per chi concede in locazione a residenti e lavoratori presenti in città per lunghi periodi.
- Siglare un accordo di collaborazione fra Comune e Università affinché si pongano come garanti per gli affitti a studenti fuori sede non limitandosi a locazioni di pochi mesi ma impegnando e tutelando i proprietari per periodo lunghi.
- Incrementare i servizi per le famiglie, a partire dall’offerta educativa scolastica e complementare (asili nido, ludoteche, laboratori didattici, assistenza compiti, attività sportive, spazi gioco e centri estivi).
- Sostenere le attività artigianali e i negozi di vicinato del territorio tramite contributi pubblici agli affitti, arginando le chiusure e la trasformazione in attività di ristorazione e vendita di prodotti per turisti
- Bloccare veramente i cambi di destinazione d’uso a scopo alberghiero.
- Intervenire sul sistema dei trasporti pubblici affinché risponda alle esigenze di chi vive e lavora in città a partire dalla realizzazione di un sistema integrato fra le diverse soluzioni per la mobilità, dalla semplificazione delle formule di bigliettazione e abbonamento e dall’introduzione di agevolazioni maggiori per famiglie, lavoratori e studenti attraverso politiche tariffarie adeguate.