Lo scorso 21 novembre ho partecipato alla manifestazione contro la vendita di Palazzo Poerio Papadopoli. Un edificio pubblico nei pressi di Piazzale Roma, che ha ospitato la scuola Poerio, che è arrivato sul mercato immobiliare privato con un’unica idea: trasformarlo in un albergo, l’ennesimo.
Un destino che ha interessato numerosi palazzi, pubblici e privati, in città storica che nemmeno il Covid sembra aver fermato. E’ di questi giorni la notizia di una nuova vendita in testa al canale di Cannaregio che arriva dal patrimonio dell’INPS. Anche questa destinata ad alimentare la monocultura turistica in cui versa la Città e che ha drammaticamene dimostrato tutte le sue fragilità in questi mesi.
Destino ineluttabile? Sappiamo bene che ci sono bisogni differenti in città, ma il compito di un amministratore non è quello di farsi guidare unicamente dal mercato.
Il bene comune non è la somma degli interessi privati dei singoli. Le alternative esistono, basta volerle perseguire. In Città c’è bisogno di un centro di formazione per l’artigianato locale, risorsa senza eguali di specializzazioni assolutamente uniche nel mondo, che trasmetta questo sapere tra le generazioni. Luogo che possa fungere anche da vetrina della produzione veneziana per gli artigiani che singolarmente non hanno la forza per farsi conoscere e apprezzare.
Le realtà artigianali cittadine hanno bisogno di un’idea di Città che li metta al centro di progetti di sviluppo.