Da tempo l’industria vetraria di Murano naviga in acque agitate, inoltre i primi dati che arrivano dopo il confinamento raccontano di perdite di fatturato dell’80%.

Facile immaginare le ripercussioni occupazionali a cui andiamo incontro. Tra le cause strutturali delle difficoltà in cui versa quest’arte ci sono i costi per l’adeguamento degli impianti in materia di sicurezza e ambiente, quelli per l’approvvigionamento energetico e i problemi di accessibilità all’isola (ancora oggi ACTV non ha introdotto l’orario di navigazione estivo, alimentando così fenomeni di abusivismo e innalzando il rischio di una nuova diffusione del Covid).

Anche il marchio del vetro fa fatica a decollare, mentre potrebbe essere uno strumento utile per arginare il dilagante fenomeno delle contraffazioni. Sono tanti gli elementi quindi sui quali l’Amministrazione comunale e metropolitana (ricordiamoci che il Sindaco di Venezia è anche Sindaco metropolitano) possono e devono intervenire, a partire dall’accelerazione per la costituzione della ZLS (zona logistica semplificata) e della procedura per fare del vetro di Murano un patrimonio intangibile dell’UNESCO.

Una buona occasione di rilancio, da cogliere senza esitazioni, è rappresentata dalle celebrazioni per i 1600 anni di Venezia del prossimo anno con iniziative che, lasciando da parte inconsistenti se non dannosi “grandi eventi”, devono trovare il baricentro proprio nelle isole della Laguna, i luoghi d’origine della nostra Città spesso impropriamente considerati “periferie”.