L’alfabeto del cambiamento non può non comprendere il #commercio, ambito fondamentale delle relazioni sociali e dell’economia di un territorio.
Oggi il commercio al dettaglio e i negozi di vicinato stanno scomparendo tanto in terraferma quanto in città storica. Una perdita gravissima, sotto tutti i punti di vista, di un tessuto socio-economico che ha invece dimostrato la sua essenzialità proprio nei mesi del confinamento, quando la bottega sotto casa, per quanti ancora possono contarvi, ha risolto non pochi problemi, tra la ricerca di una lampadina e la possibilità di acquistare del pane fresco.
Se da un lato a Venezia la monocultura turistica ha risucchiato quasi tutto per dare spazio esclusivamente ad esercizi di somministrazione di cibi (per lo più pronti e di scarsa qualità) e bevande e a negozi di chincaglieria e orribili souvenir, a Mestre si è innescata una spirale negativa che ha portato alla chiusura di numerosi esercizi commerciali, rendendo molte strade e piazze quasi dei luoghi fantasma molto insicuri.
Tutti sintomi di una situazione di impoverimento generale delle funzioni urbane e della perdita di attrattività dei centri urbani.
È necessario intervenire rapidamente con un approccio che metta a sistema l’intero ambito del commercio, avviando politiche articolate che partano da tavoli permanenti di confronto con i commercianti per aree omogenee, in modo da discutere e condividere iniziative di rilancio:
- fissare una moratoria di almeno cinque anni per nuovi centri commerciali in terraferma e supermercati in città storica- stendere un “regolamento per la tutela ed il decoro del patrimonio culturale della città storica” partendo da quanto fatto a Firenze e vietando, di conseguenza, l’apertura di attività commerciali che abbassino la qualità complessiva dell’offerta
- vietare l’apertura in città storica di nuove attività di somministrazione di alimenti e bevande per asporto- applicare incentivi e sgravi fiscali per i proprietari di immobili e di fondi che affittino a nuove realtà di vendita la dettaglio dopo l’approvazione del suddetto “regolamento”
- rendere gratuita in terraferma la sosta per 120 minuti, agevolando così l’accesso per chi effettui acquisti nei negozi del centri urbani- ridurre la tassazione locale per gli esercizi che vendano prodotti di interesse socio-culturale (es: librerie, articoli per l’infanzia)
- creare un ambiente attraente e stimolante grazie a progetti condivisi tra amministrazione, attività commerciali e mondo dell’associazionismo cittadino, che prevedano anche rimodulazioni della tassazione locale
- gestire l’economia notturna con una figura chiara di riferimento all’interno dell’amministrazione per garantire che la dimensione gioiosa e relazionale si svolga nel rispetto delle esigenze dei residenti
- istituire uno sportello comunale che sostenga e agevoli i nuovi imprenditori (in particolare se giovani) nell’iter burocratico per avviare attività commerciali innovative e che renda disponibili in maniera trasparente ed efficace informazioni sugli spazi sfitti