Ieri si è svolta una manifestazione con una folta rappresentanza di lavoratori legati al traffico crocieristico che portano avanti una richiesta semplice: poter lavorare e non campare di sussidi.
È impossibile non sentirsi vicino a loro in questi momenti. Allo stesso tempo è impensabile avere Grandi Navi che passano nel Bacino di San Marco né è immaginabile scavare canali per farle transitare in Laguna.
L’obiettivo da perseguire è l’allontanamento dalla Laguna di tutti i gigantismi navali. Ragioni di sicurezza e salute dei cittadini, tutela ambientale e salvaguardia di Venezia stessa lo impongono.
In questo scenario purtroppo il dibattito sulla portualità veneziana si risolve solo in Grandi Navi Si, Grandi Navi No, mentre il problema deve essere affrontato e risolto nella sua complessità.
Di fronte alla notizia secondo cui le compagnie hanno deciso (per ora) di non arrivare a Venezia è miope festeggiare.
Anzitutto perché è una scelta fatta direttamente dalle aziende ed è reversibile, in secondo luogo perché non essendo governata produce effetti negativi sull’occupazione.
Nel giro di un anno, passata auspicabilmente l’emergenza sanitaria, le Grandi Navi torneranno, magari non otto in contemporanea, “solo” una-due e avremmo ugualmente perso posti di lavoro. Cornuti e mazziati.
Non abbiamo più tempo per mezze soluzioni. Dobbiamo approfittare della tempesta provocata dalla pandemia per ripensare l’intero sistema portuale che sarà messo a dura prova nei prossimi anni anche dai cambiamenti climatici e dal Mose (nella speranza che funzioni…).
Il Consiglio comunale che andremo ad eleggere il 20 e 21 settembre dovrà essere protagonista anche di queste scelte. Sul tavolo abbiamo alcune opzioni, di cui si conoscono tempi di realizzazione e i costi.
Opzioni strettamente correlate all’idea di città e di Porto per i prossimi decenni, soluzioni per garantirne l’operatività inserendolo in un sistema più ampio che coinvolga l’intero alto Adriatico (senza farsi ammaliare da progetti faraonici).
Non c’è più tempo per tergiversare: si stanno infliggendo danni enormi alla laguna, ai lavoratori e ai cittadini tutti.
Non andrà tutto bene se tutto tornerà come prima.