Quanto sta accadendo in queste ore nell’associazione dei regatanti dimostra che il settore riguardante la tutela delle tradizioni va riformato e deve presto passare da semplice organizzazione del folclore a parte integrante e attiva di una nuova politica della vivibilità cittadina.

Attorno alla pratica del remo e della vela al terzo ruota non solo lo sport, ma la socialità delle Remiere, la cultura e la tradizione da trasmettere alle nuove generazioni. Per non dimenticare le possibilità anche economiche che le tradizioni della nostra città possono rappresentare. Il lavoro di artigiani in questo ambito può essere volano per rigenerare parti della città e ridare la possibilità a decine di persone e relative famiglie di vivere nella Città storica e nelle isole.

Le tradizioni non sono un feticcio da sventolare in alcune ricorrenze dell’anno, ma un patrimonio di “stile di vita” che va coltivato anche nelle scuole e può costituire un forte legame che veda un terreno comune di identità e mutua appartenenza delle due comunità cittadine di Mestre e Venezia.

Le responsabilità politiche del Sindaco e del delegato Giovanni Giusto per l’attuale situazione sono chiare ed è necessario ripensare profondamente quanto si sta attuando, una rivisitazione profonde di politiche che stanno solo contribuendo a museificare la città di Venezia anziché essere leva di vitalità.