In attesa di leggere i documenti ufficiali approvati dal Comitatone credo valga la pena fare alcune prime riflessioni:
– si cerca una soluzione strutturale al tema delle grandi navi con una call internazionale;
– continua l’erogazione dei finanziamenti per la laguna di Venezia: 100 milioni divisi tra diversi enti. Ma si legge comunque del piagnisteo che si leva dal Comune “vogliamo di più”. Tutti lo auspichiamo e c’è già un impegno del Governo in tal senso. Ricordiamo però che siamo nel mezzo di una pandemia e che sono stati stanziati per Venezia fondi speciali per circa 1 miliardo dal 2016, ai quali vanno aggiunti ristori e interventi vari legati al Covid, oltre ai finanziamenti specifici per il MoSe;
– lo scavo del canale Vittorio Emanuele finalmente esce dai radar. Avevamo tentato di cassare questa ipotesi anche in sede di approvazione di bilancio, ma la maggioranza ha bocciato un emendamento da me proposto in tal senso.
A questi si aggiungono alcuni elementi che bisognerà monitorare con attenzione:
– la call per individuare le soluzioni strutturali al tema delle grandi navi deve avere tempi certi e credo non debba affrontare solo la questione del terminal crocieristico. Purtroppo già nel recente passato l’attuale amministrazione ha contribuito a dilazionare le tempistiche con alcune impuntature quali lo scavo del canale Contorta e del canale Vittorio Emanuele. La speranza è che ora tutte le istituzioni cerchino di collaborare;
– in questa fase transitoria, attraverso anche la pianificazione degli arrivi, bisogna impedire passino grandi navi per il bacino di San Marco;
– ci sono molti altri aspetti che meritano dei focus specifici, come, ad esempio, stabilire quali interventi andranno realizzati per rendere operativo il porto nell’arco dell’intera giornata, in particolare per quanto attiene al canale dei petroli.
Credo sia stato un Comitatone positivo. Bisogna però essere celeri perché c’è ancora molto lavoro da fare affinché l’economia portuale possa svilupparsi ed essere parte integrante di un sistema economico in grado di produrre occupazione e votato alla sostenibilità anche in considerazione dei cambiamenti climatici che si fanno sempre più sentire.