Oggi è stata una giornata densa di appuntamenti. In mattinata due commissioni, bilancio e lavori pubblici, che hanno affrontato diversi temi interessanti sui quali tornerò giovedì in occasione del prossimo consiglio comunale nei quali si dibatterà e voterà sui provvedimenti illustrati oggi nelle commissioni.

Ma oggi tiene banco il Consiglio Comunale che è la coda di quello di una settimana fa che aveva portato alla mozione votata all’unanimità per chiedere al Governo di convocare al più presto il Comitatone e rifinanziare la Legge speciale.

Questa sera si è discusso delle mozioni presentate sulla base della relazione del Sindaco che di fatto affrontano il futuro del Porto di Venezia.

Credo sia importante partire da una affermazione che si trova nella mozione della maggioranza ovvero “leale collaborazione istituzionale”. Affermazione condivisibile peccato non rispettata in primis dalla maggioranza. Ad esempio perché gli strali del Sindaco non sono mai rivolti alla Regione Veneto che ha competenze importanti sul futuro portuale?

Perché davanti ad una seduta così importante in cui si è parlato delle strategie per il futuro in particolare del Porto il Consiglio comunale è all’oscuro di quanto la Giunta ha presentato sul Recovery Fund? Non a caso questa mattina ho presentato un’interrogazione firmata non solo dal gruppo PD ma anche da Cecilia Tonon, Gianfranco Bettin, Marco Gasparinetti e Andrea Martini per sapere quali siano i programmi della Giunta su questo tema dopo aver annunciato urbi et orbi un piano da ben 3.9 miliardi mai presentato in Città.

Tutto ciò è fondamentale per cercare di capire quali siano le linee strategiche sulle quali si ha intenzione di muoversi. Perché nessuno mette in dubbio la centralità del Porto nel futuro dell’economia cittadina, il punto è come conciliare le attività portuali al sito in cui è localizzato ovvero la laguna di Venezia e avere bene il quadro di riferimento.

Non abbiamo più tempo per mezze soluzioni. Dobbiamo ragionare sull’intero sistema portuale che sarà messo a dura prova nei prossimi anni, dovrà convivere con il Mose e soprattutto affrontare in termini strategici il tema della portualità dell’alto adriatico tutto. La mozione della maggioranza su questi ambiti è del tutto carente oltre ad insistere in maniera miope sullo scavo di nuovi canali, come il Vittorio Emanuele III. E quindi il voto non poteva che essere contrario.