La notizia di una Protocollo d’intesa con i Ministeri di Difesa e Cultura per un progetto di valorizzazione dell’Arsenale è sicuramente positiva. Appena si era votata la variazione di bilancio lo scorso luglio che recepiva gli oltre 100 milioni di euro destinati a La Biennale per molti interventi infrastrutturali in diverse aree dell’Arsenale (fondi PNRR) avevamo chiesto, tramite una mozione, di discutere assieme alla città delle opportunità che si aprivano. La mozione fu inviata in Commissione per la discussione, inutile dire che, ancora una volta, le promesse fatte in Consiglio non sono mantenute.
Il futuro di questa area deve essere discusso e condiviso il più possibile.
Ricordiamo che si estende per 47 ettari (due volte la città del Vaticano) e ha una superficie calpestabile di circa 200.000 mq ed è gestito sostanzialmente da tre istituzioni (Comune, La Biennale e la Marina Militare) e dal Consorzio Venezia Nuova e la sua controllata Thetis.
La presenza de La Biennale garantisce un utilizzo di qualità per molti mesi dell’anno e portare parte dell’ASAC assicurerà una presenza ancora più forte.
Ma il Comune? Oltre al Salone Nautico cosa vuole fare? E quale collegamento con la quotidianità della città, il tessuto culturale e artigianale veneziano? In passato diversi le idee presentate, ad esempio, dal Forum Futuro Arsenale. Ma non solo.
Continueremo a chiedere un confronto aperto e trasparente per la ricerca un futuro ibrido per l’Arsenale nel quale attività di produzione, ricerca, cultura dialoghino strettamente tenendo assieme le esigenze di Istituzioni quali La Biennale e il tessuto cittadino.
È necessario costruire un piano di lunga gettata perché il silenzio che contraddistingue molti spazi di quest’area per lunghi mesi dell’anno venga rotto.