La pandemia ha colpito duro sulle istituzioni culturali, ma è da tempo che molte sono in sofferenza.

Le motivazioni sono tante e tra queste di certo la mancanza di una visione da parte dell’attuale amministrazione in questo campo. Lo abbiamo denunciato più volte: nella città storica tutto è banalizzato in grandi eventi destinati al turismo di massa.

A Mestre invece tutto si conclude in calendario di iniziative dove il protagonismo delle associazioni è mortificato in rassegne senza anima, perché il coordinamento del Comune è teso solo ad apporre loghi come le Città in Festa.

Intanto ci sono sempre meno spazi (emblematico il caso dei teatri) e istituzioni come il Centro Culturale Candiani o la Fondazione Bevilacqua la Masa sono depotenziati nel personale e nelle risorse, il tutto in mancanza di idee e strategie.

Sui 1600 anni che dovrebbero iniziare a marzo nulla si sa.

Durante il bilancio avevamo presentato un emendamento per destinare al mondo della cultura poco più di un milione di euro di risorse stanziate invece per il Salone Nautico. La somma sarebbe stata divisa tra servizi gestiti direttamente dal Comune (acquisto di libri per le biblioteche, organizzazione di momenti di approfondimento, implementazione degli itinerari educativi) e trasferimenti ad Enti quali l’Ateneo Veneto.

Non certo una soluzione strutturale, ma una boccata d’ossigeno in questa situazione. Di certo il diniego della Giunta ad ogni proposta su questi temi è una plastica dimostrazione di come non si voglia investire in un uno degli asset più importanti per la nostra città, ovvero la produzione culturale. Vogliamo ripensare un modello di sviluppo in cui al centro ci siano le istituzioni culturali? Il Partito democratico ha già fatto diverse proposte e continuerà a farle condividendole con la cittadinanza in maniera da migliorarle.