Nell’ultima seduta del Consiglio comunale sono stati licenziati molti provvedimenti rilevanti a partire da tre varianti urbanistiche. Mi soffermo in particolare su una di queste, approvata all’unanimità, che permetterà al Museo ebraico di procedere con i lavori di riqualificazione e ampiamento. Un’ottima notizia che, in qualche modo, può rappresentare la valida conclusione delle celebrazioni per i 500 anni del ghetto veneziano e anche un segnale importante in questo periodo di enorme crisi per tutto il comparto culturale.

Inoltre è stata licenziata la variante di bilancio. Durante il dibattimento in Commissione e anche in aula ne abbiamo messo in evidenza alcuni limiti. In particolare qui mi preme sottolineare l’operazione legata al Cento Culturale Candiani: è importante evitare che si apra un nuovo buco nel centro di Mestre, e su questo aspetto l’operazione ha il nostro sostegno, ma è legittimo utilizzare i proventi derivanti dall’imposta di soggiorno? Ci sarà modo di approfondire il tema perché l’operazione per concretizzarsi avrà bisogno di un’ulteriore delibera, occasione nella quale sicuramente alimenteremo anche un confronto sull’offerta culturale del Centro nel suo insieme.

Ben altri i punti che hanno indotto invece a votare contro, a partire da alcune scelte che si trovano sia nel bilancio consolidato, come l’alienazione di alcuni immobili quali il palazzo Poerio Papadopoli, sia nel bilancio provvisorio come la scelta di investire somme ingenti al progetto del Salone Nautico. Tutte operazioni che mettono in evidenza un’idea differente sulle strategie di sviluppo per il futuro.

Sono state inoltre approvate due mozione all’unanimità. La prima affronta il tema della violenza sulle donne chiedendo maggiori finanziamenti per i centri e gli sportelli anti violenza, le case rifugio e per gli orfani da femminicidio. La seconda esprime solidarietà alle famiglie dei pescatori recentemente rapiti da milizie libiche e impegna il Sindaco e la Giunta a sollecitare il Governo e le Autorità preposte ad impegnarsi affinché siano riportati a casa al più presto.