#dalConsiglio
Ieri si è riunito il Consiglio comunale per la prima seduta della nuova consiliatura. Un amico mi ha chiesto se fossi emozionato. Certamente sì, ma soprattutto determinato a lavorare intensamente per portare avanti idee e iniziative concrete che affrontino le necessità urgenti di cambiamento della nostra Città.
È mia intenzione condividere quello che accade in aula e nelle commissioni, gli argomenti, i temi e le proposte di cui si discute per mantenere un dialogo fitto nel corso dei prossimi cinque anni.
Come Presidente è stata confermata Linda Damiano, vicepresidente in quota alla maggioranza Paolo Romor, vicepresidente della minoranza Alberto Fantuzzo, appartenente alla lista del Partito Democratico, eletto con i voti di tutte le opposizioni, ad eccezione di Stefano Zecchi. Un primo importante segnale e un ottimo inizio nel segno dell’unità.
Successivamente è stata presentata la Giunta, sulla cui composizione, nota da giorni, avevo già espresso alcune considerazioni https://www.giuseppesacca.it/elezioni-venezia-2020/seconda-giunta-brugnaro-alcune-considerazioni-preliminari/
Il discorso di insediamento del Sindaco è stato sfilacciato e confuso. Oramai lo conosciamo, segue il flusso dei suoi pensieri, da cui emergono frasi che lasciano per lo meno perplessi. Partendo con un appello a lavorare tutti assieme, sulla base di idee e progetti condivisi, ci ha poi regalato alcune frasi degne del suo migliore repertorio… Il Mose è diventato esempio per tutta l’Italia di come ben amministrare, sorvolando su ritardi e malaffare. Non sono mancate rimostranze nei confronti dell’attuale Governo, dimenticandosi del miliardo e trecento milioni che in questi ultimi anni sono arrivati a Venezia grazie all’impegno anche del Partito Democratico. Immancabili inoltre le accuse alle opposizioni di fare propaganda con affermazioni false e parziali, senza specificare però quali fossero tali affermazioni. Si sono aggiunti passaggi alquanto sgradevoli rivolti ai dipendenti comunali e ai sindacati. Segnali di autocritica puntuali sul suo operato: assenti. In questo scenario, fin qui prevedibile, voglio comunque vedere il bicchiere mezzo pieno e credere che ci sarà davvero la possibilità di operare insieme partendo da progetti precisi.
Lo stesso Pier Paolo Baretta, a nome della coalizione che lo ha sostenuto, ha rimarcato la volontà di collaborare, individuando fin da subito alcuni punti nodali sui quali confrontarsi: un piano condiviso per accedere alle risorse del recovery fund; un dibattito aperto e lungimirante su alcune scelte urbanistiche fondamentali, quali la stazione di Mestre, la bretella per l’aeroporto, l’ospedale al mare e l’area dell’’ex-Umberto I; una revisione profonda delle politiche sociali. Affinché ciò sia possibile è necessario però che tutti facciano la loro parte, Sindaco in primis, il quale deve cambiare “linguaggio” evitando di accendere inutili polemiche che non aiutano di certo a trovare le soluzioni che la Città si merita e aspetta, soprattutto in una situazione economica e sociale difficile come quella che stiamo vivendo. Lo stesso svolgimento del Consiglio è stato condizionato dalla pandemia in corso, tanto che non è potuto intervenire il pubblico e si è dovuto regolamentare l’ingresso della stampa
Anche nei successivi interventi degli altri rappresentanti delle minoranze e di alcuni membri della maggioranza, in termini generali, sono emerse con consapevolezza le necessità di chiudere la campagna elettorale e, nel rispetto dei diversi ruoli, di trovare un terreno comune di confronto. Oggi più che mai Giunta e Consiglio Comunale sono chiamati a un lavoro complicato che li porti a compiere scelte coraggiose, al di fuori dagli schemi consolidati e negativi che ben conosciamo, perché non andrà tutto bene se tutto tornerà come prima.