Il mercato di Rialto, cuore della Venezia commerciale fin dai secoli della Serenissima, rischia di chiudere, i banchi sono sempre meno e chi ancora resiste chiede aiuto.
Il drammatico calo dei residenti e la crescita esponenziale della grande distribuzione, fenomeni entrambi non governati e privi di interventi significativi da parte dell’amministrazione uscente, hanno determinato una situazione sull’orlo del collasso.
Lo denunciano da tempo gli operatori, i cittadini e anche i ristoratori che vogliono offrire prodotti di qualità ai loro clienti che a Venezia desiderano gustare le numerose specialità che la nostra cucina tradizionale offre.
Nei mesi del confinamento la stampa raccontava delle code per acquistarne i prodotti, manifestazioni e inviti a fare la spesa tra questi banchi le hanno precedute. Eppure nulla è stato fatto per sostenere davvero, con misure concrete ad ampio spettro, questo settore fondamentale dell’economia e della cultura viva della nostra Città.
È compito di un’amministrazione avveduta intervenire e farlo con provvedimenti che non trasformino anche quest’area in un’attrattiva per turisti. Lavorare seriamente sulla residenzialità, promuovere la qualità dei prodotti locali, sostenere il commercio al dettaglio anche con sgravi fiscali, a Rialto come nel resto della Città, sono iniziative fondamentali da avviare senza aspettare altro tempo: un circolo virtuoso che porterà benefici e rilancio anche per altri settori.
Il 20 e 21 settembre si vota anche su questo: non “andrà tutto bene” se tutto tornerà come prima.
Ecco alcune misure da attuare quanto prima
- fissare una moratoria di almeno cinque anni per nuovi supermercati in città storica
- stendere un “regolamento per la tutela ed il decoro del patrimonio culturale della città storica” partendo da quanto fatto a Firenze e vietando, di conseguenza, l’apertura di attività commerciali che abbassino la qualità complessiva dell’offerta
- vietare l’apertura in città storica di nuove attività di somministrazione di alimenti e bevande per asporto
- applicare incentivi e sgravi fiscali per i proprietari di immobili e di fondi che affittino a nuove realtà di vendita la dettaglio dopo l’approvazione del suddetto “regolamento”
- creare un ambiente attraente e stimolante grazie a progetti condivisi tra amministrazione, attività commerciali e mondo dell’associazionismo cittadino, che prevedano anche rimodulazioni della tassazione locale