In una Città come Venezia i primi a dover dare l’esempio e non (s)vendere il patrimonio immobiliare dovrebbero essere proprio gli enti pubblici, a partire dallo Stato, per passare attraverso la Regione e arrivare al Comune.

L’alienazione di palazzi ed edifici per fare cassa o per, come spesso viene spacciata, razionalizzarne la gestione rappresenta invece una perdita per tutta la collettività ed è sintomatica di una mancanza di visione e ricerca di soluzioni alternative che, al contrario, valorizzino il territorio, con il suo capitale sociale e culturale, e mettano in atto processi condivisi di rigenerazione della Città.

Un esempio emblematico di questa miopia è la vicenda della Vida, sede dell’antico teatro anatomico, che sembra avviarsi all’ennesima destinazione d’uso turistica, ossia all’apertura di un altro ristorante.

Lunga è stata la battaglia dei cittadini per frenare e contestare la vendita da parte della Regione. Numerose le proposte e le attività messe in essere per dimostrare come un altro destino fosse non solo possibile, ma anche auspicabile per il bene comune.

Un processo di rigenerazione dal basso che ha visto protagonisti giovani e meno giovani, veneziani e studenti fuori sede, rispetto al quale si è fatta sentire solo la mancanza delle istituzioni, interessate solo alla via più facile da seguire.

Una battaglia persa? Forse non ancora!

Per avere ulteriori informazioni sull’argomento vi invito a seguire il post, e la pagina, dell’Antico Teatro di Anatomia di Venezia a questo link: https://www.facebook.com/Antico-Teatro-di-Anatomia-di-Venezia-1808190519410218/